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Secondo il quinto Global Biodiversity Outlook Report gli obiettivi globali fissati 10 anni fa per salvaguardare la biodiversità mondiale non sono stati pienamente raggiunti. Tuttavia, fanno ben sperare le evidenze a  proposito della sostenibilità ittica a livello globale per le quali il rapporto riconosce un ruolo importante alle attività di pesca certificate MSC. 

 

Nel 1992 a Rio De Janeiro i leader mondiali si sono riuniti per stabilire una serie di azioni volte a frenare il declino della biodiversità: il risultato è stato la ratifica di un trattato internazionale, la Convenzione sulla Diversità Biologica, da parte di 196 nazioni. Nel 2010 sono stati fissati 5 obiettivi strategici e i relativi 20 target, noti come Aichi Biodiversity Targets; proprio su quanto avvenuto fino ad oggi il quinto Global Biodiversity Outlook ha fatto il punto. 

Sebbene nessuno dei 20 target sia stato pienamente raggiunto, il numero 6 relativo alla sostenibilità nella gestione e cattura di pesce ha registrato un “buon progresso”, con il 37% dei paesi che hanno raggiunto i propri obiettivi nazionali o sono in procinto di farlo. In particolare, l’evidenza che stock ittici quasi esauriti siano stati ricostituiti con successo è strettamente collegata a miglioramenti nella gestione della pesca, al contrasto della pesca illegale, non regolamentata e non dichiarata o a vere e proprie modifiche alle policy relative alle attività di pesca. A questo si aggiunge una maggiore attenzione alla tutela delle specie in via d’estinzione con l’incremento di piani ad hoc per contrastare minacce, come sovrappesca, inquinamento idrico, erosione delle coste.          

In questo cambio di prospettiva a tutela della biodiversità, il Global Biodiversity Outlook  sottolinea a pagina 60 proprio il ruolo importante delle attività di pesca certificate MSC o coinvolte nel programma di certificazione. Infatti, negli ultimi 10 anni è raddoppiata la quantità di pescato certificato sostenibile e nel 2019 il 16% di prodotti ittici pescati consumati nel mondo proviene da oltre 400 attività di pesca impegnate nel programma di certificazione MSC. Questi dati mostrano che una gestione della pesca su misura degli ecosistemi è il modo migliore per garantire un approvvigionamento alimentare sostenibile. In particolare, la pesca certificata sostenibile MSC si rivela cruciale non solo per preservare gli stock ittici, ma anche per la salvaguardia della biodiversità. 

Sullo sfondo purtroppo restano non solo tutte le altre criticità evidenziate dal report -  se 7 dei 60 “elementi” tra i 20 obiettivi sono stati raggiunti e 38 mostrano progressi,  per  ben 13 elementi non è stato compiuto alcun progresso o addirittura si rileva un allontanamento dall’obiettivo - ma anche quanto emerso dal recente rapporto SOFIA della FAO  per il quale oggi è in crescita la sovrappesca con una percentuale di oltre il 34% di stock ittici interessati. Naturalmente il mancato raggiungimento di questi obiettivi ha inevitabili ripercussioni negative anche su altre iniziative globali come gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e l'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.  

Secondo le Nazioni Unite non esiste un’unica soluzione per invertire la rotta ma sono essenziali una serie di azioni: diminuire i consumi, aumentare la produzione alimentare sostenibile, ridurre le cause di perdita di biodiversità, mitigare i cambiamenti climatici e lavorare per un ritorno in salute della natura. Anche in previsione di una crescita demografica e un conseguente aumento di richiesta di cibo a livello globale, occorre perseguire nella strada della sostenibilità. Quest’anno il Covid-19 ha messo in pausa il mondo: è arrivato il momento di proteggere la biodiversità e vivere in armonia con la natura, se vogliamo ancora un futuro su questo pianeta.